Tromboflebite
Esiste una scarsa chiarezza riguardo il termine: la tromboflebite viene spesso considerata differente dalla flebite o dalla trombosi, mentre in realtà i termini si equivalgono, riferendosi tutti alla formazione di un coagulo o trombo all’interno di una vena.
E’ invece necessario distinguere la flebite in rapporto alla sede, poiché il quadro clinico e la terapia si differenziano a seconda che il trombo si formi nel circolo venoso superficiale o in quello profondo. Infatti, mentre il primo è di natura infiammatoria e, aderendo alla parete si mobilizza difficilmente, il secondo può essere soggetto a frammentazione e a successiva mobilitazione, creando emboli a distanza.
In entrambe le sedi peraltro il trombo tende a crescere allungandosi in senso distale, cioè verso le grosse vene addominali e il cuore dx, per cui entrambi i quadri clinici necessitano di adeguata e tempestiva terapia.
Tromboflebite in breve
I sintomi più comuni della tromboflebite
Le varici degli arti inferiori sono la sede più frequente delle tromboflebiti superficiali, mentre più rare sono quelle su vena sana, legate in genere a traumi diretti o a cause generali. Non raro l’interessamento delle vene del braccio e dell’avambraccio dopo prelievi o terapia infusionale. La vena interessata dal processo infiammatorio si presenterà indurita, arrossata e dolente, ma mancherà di solito il gonfiore dell’arto. Questo sarà presente invece nel caso di tromboflebite profonda, e la sua estensione dipenderà da quella del tratto venoso sede del trombo. Indurimento muscolare e dolore all’appoggio del piede sono altri segni clinici di notevole importanza diagnostica.
Esami diagnostici per diagnosticare la tromboflebite
La visita angiologica è fondamentale per diagnosticare la tromboflebite.
L’angiologo sarà in grado di identificare i segni clinici riferibili alla presenza di una flebite, completando ove occorra la diagnosi con eco-doppler.
Terapia per curare la tromboflebite
Sarà l’angiologo a prescrivere l’adeguata terapia anticoagulante e si troverà spesso a sospendere farmaci (comune l’uso di inutili antibiotici e di antiaggreganti piastrinici) o a correggere dosaggi inadeguati di eparina. Sarà a lui affidata l’indicazione ad una idonea contenzione elastica, mirata alla riduzione dell’edema e al più rapido riassorbimento del trombo.
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