Arteriopatia

L’arteriopatia obliterante degli arti inferiori è una delle localizzazioni della malattia arteriosclerotica, che può colpire i grossi vasi dell’addome e del bacino, quelli degli arti inferiori o riguardare più distretti di uno o di entrambi gli arti.
Frequente la coesistenza di una compromissione del circolo coronarico, carotideo o intracranico, con la presenza dei fattori di rischio comuni a tutte le localizzazioni arteriosclerotiche: diabete, fumo, ipercolesterolemia, ipertensione.
I vasi colpiti possono essere sede di un semplice indurimento della parete, a volte calcifico, senza rilevanti riduzioni di flusso, o di placche composte da colesterolo, piastrine e materiale fibroso che restringono progressivamente il lume dell’arteria fino a chiuderlo.

Arteriopatia in breve

Sintomi

I sintomi dell’arteriopatia variano in rapporto all’entità della stenosi, alla sede in cui si forma, al numero di vasi interessati, al compenso di un’eventuale ostruzione da parte di un circolo collaterale.
Nelle fasi più precoci della malattia (I° stadio) i sintomi possono mancare o essere aspecifici (raffreddamento delle estremità, facile stancabilità, ecc.).

Più frequentemente, il paziente si rivolge al medico durante il II° stadio, contrassegnato dalla insorgenza della claudicatio intermittens, sintomo specifico che consiste nella comparsa di un caratteristico dolore crampiforme a livello del polpaccio che costringe a interrompere il cammino, ma che sparisce in tempi brevi per poi ripresentarsi con le stesse caratteristiche. Questa “andatura intermittente” è connessa alla impossibilità di fornire il sangue necessario al muscolo in attività per la ridotta quantità di flusso legata alla stenosi o alla ostruzione dei vasi a monte. Non riconoscere questo sintomo e non inquadrarlo subito con accertamenti specialistici, può significare l’aggravamento della malattia (III° stadio) con comparsa di dolori a riposo progressivamente ingravescenti che denotano l’avvenuto scompenso. Il passaggio al IV° e ultimo  stadio, a volte presente con quadri di ischemia critica, è contrassegnato dalla presenza di zone necrotiche o di gangrena, con rischio della perdita dell’arto o di parte di esso.

Esami diagnostici

Solo la visita angiologica è in grado di diagnosticare l’arteriopatia, inquadrandola nel suo stadio clinico e funzionale, nonché evidenziando eventuali e frequenti localizzazioni al di fuori degli arti inferiori. Complemento diagnostico importante è l’esame Doppler con tensiometria, cioè il rilievo della pressione sulle arterie distali e il confronto con quella sistemica. Questo rapporto (indice di pressione/perfusione) permetterà in prima battuta di definire l’entità della malattia. L’eco-doppler definirà con esattezza la sede delle lesioni e la loro entità, risultando indispensabile soprattutto nei pazienti in cui è ipotizzabile una rivascolarizzazione chirurgica.

Terapia

Sarà l’angiologo a indicare i mezzi terapeutici più appropriati per il paziente.La prescrizione farmacologica risulta strettamente dipendente dalla presenza dei fattori di rischio, comuni in ogni localizzazione arteriosclerotica e spesso misconosciuti. Verranno opportunamente trattati l’ipercolesterolemia, il diabete, l’ipercoagulabilità, l’ipertensione arteriosa e altre alterazioni eventualmente evidenziate dagli esami clinici prescritti. L’astensione dal fumo, il controllo del peso e l’esercizio fisico risulteranno parimenti importanti. La deambulazione, effettuata secondo regole indicate dall’angiologo, risulta un mezzo terapeutico di primaria importanza .
Solo questa visione olistica del problema permetterà all’angiologo di ottenere i migliori risultati.

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